1993 Carate Brianza - Villa Cusani

Presentazione: Antonio Triacca

accadimenti

Sono solito stendere la tela e inchiodarla alla parete: la frontalità e la verticalità del supporto mi riportano alla pittura parietale evocando luoghi e condizioni dove il dipingere aveva una  funzione chiara.

Lo sguardo cerca riferimenti, trame, ordini compositivi e rimanda la memoria ad antiche esperienze, a gesti immutati e ad immagini che sono già state consumate, vissute e raccontate in un percorso dove la storia ha lasciato le sue tracce.

La mano ripercorre i luoghi della memoria e indaga un nuovo cammino con la consapevolezza che il tracciato è antico. Chi utilizza i linguaggi dell'arte sa di inoltrarsi  in luoghi dove la libertà di indagine, l'uso disincatato del linguaggio ed il "fare" stesso diventano confini senza  margine, dove tutto è apparentemente  plausibile, ordinato; il nascosto si manifesta e la realtà ci cela .

Progettare un'immagine significa anche misurarsi con esperienze già sedimentate, significa spostare in modo corretto sulla scacchiera dell'ordinamento linguistico dell'arte quei valori che, se articolati con sapienza, si manifestano in nuove immagini.

E' in equesta dimensione che il "fare" è comunque  la realtà della propria condizione, della propria scelta ed è l'unico riferimento sicuro che rimanga.

Scopri di aver avuto tanti padri nella pittura, tuttavia continui ad allacciare le fila di trame che diventano "percorsi" di conoscenza e di verità.

Anche se fare arte è agire in una dimensione senza certezze, senza verità consolidate: si è chiamati, quasi per magia, a ripetere operazioni, gesti e segni che raccontano  da sempre l'operare dell'uomo.

E' nel rinnovarsi di questi valori, che ogni  volta si inizia quel percorso che approderà all'immagine. La segnatura tracciata delimita e ordina lo spazio ponendosi in modo rigoroso: condizioni di struttura e di gabbia.

Successivamente, quasi a volerne azzerare il valore, si inserisce, sovrapponendosi, una campitura di ampie zone. Il colore colato diventa così allusione della fase iniziale del dipingere.

E' la volontà di segnare il tempo del fare pittorico, è la  prima e arcaica operazione dell'improntare.

I segni e le forme si ordinano caricandosi di simboli.

Affiorano immagini e tracce di territori, di nuove geo-grafie, di àmbiti: il costruito assurge a paesaggio, il reperto naturalistico si lega in modo indissolulbile alla struttura. L'elemento dell'acqua, della fonte o del vaso-ventre si manifesta attraverso tracce e reperti: è immagine sedimentata dalla memoria e richiamata dalla visione.

Il segno dell'acqua diventa solco, vortice, groviglio nel tentativo di evocare il simbolo e il mistero della natura.

La pittura si manifesta sublimandosi o rivelando le incertezze.L'immagine rappresentata, alla fine, presenta se stessa e chi opera sa quanto  ciò sia pieno di insidie.

 

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