"Triangoli di cielo"
Recensione Critica: Francesca Contini
Il triangolo è una figura geometrica perfetta, stabile, nei quadri di Antonio Triacca questa forma è ricorrente. Può essere un elemento architettonico, una costruzione elementare e simbolica. In origine stabile viene rappresentato capovolto, poggiante su di un vertice e, quindi, in equilibrio precario. In esso appaiono dei corpi umani, contenuti nella forma, quasi costretti in essa. Ma il triangolo può essere anche creato dalle pendici scoscese di due montagne e diventare cielo, apparendo come una visione dietro le chine.
Queste linee oblique rappresentano il confine, ma nello stesso momento la vicinanza, del cielo e della terra. Tutto ciò è perfettamente visibile, quasi una sensazione tattile, oltre che dell'occhio. Quelli che ci presenta il pittore sono frammenti di natura, singole visioni.
Compare anche un classico elemento dell'architettura: la colonna: Questa viene accompagnata al suo tradizionale compagno, un eroico San Sebastiano che mostra il suo coraggio anche nel dolore, un dolore che gli viene inflitto dal mondo esterno e che l'eroe contiene con dignità. La figura quando compare. ha sempre qualcosa di simile a una costrizione da cui cerca di lieberarsi. E' contenuta, non è mai completamente libera.
Libera è, invece, la natura, rigogliosa, con i suoi fili d'erba colorati che formano un corpo quasi materico sotto il quale si indovina la terra. Per questo non si può dire che la pittura di Triacca sia astratta; pur avendo grandi connotazioni geometriche, queste non sono mai rigidamente tracciate. Così l'artista opera una conciliazione tra la pittura contemporanea e l'elemento naturale, o umano, che è reso con effetto nei suoi quadri e può essere ritrovata dal pubblico.